Come sempre iniziavi i discorsi come se fossero già cominciati parlavi di rotazione e rivoluzione ma non ti riferivi al sole ma alle nostre anime bruciate dai raggi sociali e non esitono creme di protezione dicevi
guardavo nel profondo dei tuoi occhi e vedevo i tuoi neuroni accendersi come luci
stroboscopiche e io dentro la tua testa come ad un rave stordirmi per cercare di non capirti
parlavi di fine della storia e non ti riferivi alle ideologie ma a noi due
guardavo le tue narici e immaginavo vortici di aria risucchiarmi in un altra dimensione dove tutto era diverso dove corro veloce e il tempo si spezza e non si piega
parlavi di evoluzione ma non ti riferivi a darwin ma alla tua voglia di mutare e guardavo le tue orecchie e mi immaginavo un labirinto dove rinchiuso insieme a te non avrei voluto uscire mai
parlavi di micro e macro ma non ti riferivi ad astruse teorie economiche ma alla distanza tra i nostri cuori
guardavo i tuoi denti e li immaginavo enormi e pensavo che sarebbe bello scrivere una poesia con uno spray colorato su quel bel dente smaltato e mentre parlavi una goccia di saliva caduta sul tavolo dalla tua bocca creava una forma perfettamente rotonda e guardavo la saliva e mi immaginavo di nuotarci dentro e ridere come un bambino ai bordi di una piscina
parlavi di superare l'egoismo ma non ti riferivi a sterili teorie di psicologià della felicità ma parlavi di me
ma ormai non ti ascoltavo perchè pensavo a quello che avrei fatto appena uscito da quella stanza.
Photocredit: nikochan
Nessun commento:
Posta un commento