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Beastie Boys e Umberto Eco

19/01/14

Come si fa a diventare un prodotto di culto? Perchè Paul’s Boutique dei Beastie Boys lo è diventato? Se non fosse per la sua irriverenza, spontaneità e attitudine punk potremmo pensare che dietro alla progettazione di questo album ci sia Umberto Eco.

Il famoso intellettuale infatti sostiene che un prodotto di culto deve essere frammentario, disomogeneo, contenere citazioni ed essere adatto ad esser citato in altri contesti. Ma oltre queste citazioni e alle originalità delle idee, “mescolate” con sapienza, ci sono altri aspetti che esulano dal contesto musicale e numerose connessioni con una quantità di informazioni talvolta difficilmente riconoscibili e catalogabili. E' possibile rintracciare Godel (la matematica) e Hakim Bay (la controcultura) , il Taoismo (la quiete) e i Kiss (il gusto un po' kitsch), Ury Geller (la pseudo-magia) e Deleuze (la decostruzione).

L’ascolto di Paul’s Boutique è un’esperienza totalizzante, quasi mistica e per altri versi di puro divertimento, un tuffo rigenerante all'interno della cultura pop del tempo, dove i Beastie Boys liberati dalla morsa di Rick Rubin e coadiuvati da i Dust Brothers creeranno quello che potremmo definire Rap d'avanguardia. Esempio folgorante è il brano B-Boy Bouillabaisse formato da nove parti distinte ma arditamente collegate tra loro, dove ritroviamo un sample (tanto per tornare a parlare di citazioni) preso da Are you experienced? di Jimi Hendrix . Il sample in questione è l’intro nel brano originale ma, messo in loop e ripetuto, diventerà parte centrale del nuovo brano.

I Beastie Boys fanno propria quella pratica classica di tutto l'Hip Hop, ossia quella di selezionare e conferire massima attenzione agli intro e agli stacchi soprattutto ritmici. Un album cardine, decisivo nella sua capacità di ridefinire i confini e gli spazi di tutta la musica Hip Hop ed Electro a seguire.
E pensare che il disco alla sua uscita era passato inosservato...

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